I cinquant'anni di Bresseo-Treponti, tra storia e impegno
Eretta giuridicamente il giorno dell’Annunciazione del Signore di cinquant’anni fa (25 marzo 1966), la comunità parrocchiale di Bresseo-Treponti, dedicata a Santa Maria Madre della chiesa, ha fatto memoria di questa tappa fondamentale del suo cammino in una solenne concelebrazione con tutti i parroci che la hanno guidata.
Don Olindo Favaro, don Giancarlo Ceccato, don Lorenzo Martellozzo, don Claudio Savoldo, don Marcello Milani, don Andrea Segato
Sono i presbiteri che, nell’ordine, hanno guidato fin dalla nascita la comunità parrocchiale di Bresseo-Treponti, tutti e sei presenti alla solenne concelebrazione di domenica 16 ottobre, che ha ricordato il 50° anniversario dell’edificazione della chiesa.
Eretta giuridicamente il giorno dell’Annunciazione del Signore di cinquant’anni fa (25 marzo 1966), la comunità parrocchiale di Bresseo-Treponti, dedicata a Santa Maria Madre della chiesa, ha fatto memoria di questa tappa fondamentale del suo cammino.
«Nel settembre del 2011, cinque anni fa – esordisce don Andrea Segato – il vescovo Antonio mi ha inviato come parroco in questa comunità. La mia storia di sacerdote si è incrociata con la storia di una comunità che quest’anno ha ricordato i cinquant’anni dalla posa della prima pietra dell’attuale chiesa alla presenza del vescovo Bortignon. Personalmente ho un rapporto strano con le date e la memoria storica di certi avvenimenti, dimentico facilmente, in contrasto con chi invece archivia in modo sistematico e preciso ogni evento».
Proprio per non dimenticare, ecco allora spiegata la ragione prima dell’allestimento di una mostra documentario-fotografica che nel centro parrocchiale ha proposto volti, panorami, ritagli di giornali, planimetrie, vecchi e nuovi video per offrire una memoria forte dei cambiamenti vissuti in questo mezzo secolo.
«Mi piace ascoltare le storie – continua don Andrea – ma non per lasciarle tali, bensì per introdurle nella grande storia della salvezza che il Signore opera con i suoi figli attraverso la chiesa e l’annuncio del suo vangelo. Quante storie ho ascoltato in questi ultimi cinque anni, quanti nomi di persone che hanno lasciato tracce visibili nella nostra comunità! Tracce indelebili d’impegno, creatività, generosità. Storie di uomini che hanno contribuito come pietre vive a costruire quella chiesa pulsante che batte ancora oggi nei cuori di coloro i quali credono nella carità e nella gratuità».
Non può mancare il ricordo e il grazie riconoscente nei confronti di quanti sono stati parte attiva della vita comunitaria nei suoi molteplici aspetti.
«Provo a dar voce, dopo cinquant’anni di storia – spiega don Andrea – a quei sacerdoti che mi hanno preceduto come pionieri nella fede. Uomini diversi per carisma e carattere, che hanno guidato tanti cuori ad amare il Signore e il prossimo, a prendersi cura delle anime e del regno di Dio. Provo a dar voce a tutti quei collaboratori, vivi e defunti, che hanno offerto il loro impegno e il loro tempo, per garantire spazi ricreativi e di educazione. Un grazie per quanto hanno offerto perché fosse credibile il vangelo incarnando scelte di unità e comunione, che sono l’eredità preziosa della Pasqua del Signore. Provo a dar voce a tutti i cuori che in silenzio hanno dedicato le loro energie alla carità e alla preghiera. Senza carità non c’è comunità cristiana. Non siamo infatti un ente che offre solo servizi, ma uomini che hanno accolto l’annuncio di una Parola che cambia la mente e i cuori per ritrovare unità e salvezza anche con i più deboli».
A ricordo della ricorrenza è stata installata in chiesa, sopra l’altare delle celebrazioni, una croce dipinta su due lati, «emblema dell’amore di Dio e segno di risposta a ogni violenza».
La croce, su sollecitazione del parroco don Andrea, è stata progettata e realizzata dalla parrocchiana Elisabetta Ferrara, che fin dai primi anni Novanta si è accostata all’arte delle icone.
«Preghiera, impegno, studio e passione – rileva l’artista – hanno permesso lo sviluppo di questo lavoro, che guarda alla semplicità francescana prendendo come modello il crocefisso di san Damiano». Il lato della croce orientato verso l’assemblea dei fedeli ricorda la passione di Cristo, quello rivolto verso il sacerdote presenta l’immagine di Maria e celebra l’opera della salvezza accolta dalle madre di Gesù. Il percorso che ha condotto all’esecuzione del grande crocefisso è illustrato in una bella pubblicazione disponibile in parrocchia, curata dalla stessa Ferrara e impreziosita dalle immagini di Vincenzo Gomiero.