Don Temporin assolto. Il fatto non sussiste

Mercoledì 18 dicembre il tribunale ha assolto l’ex rettore del seminario minore. Una sentenza accolta con gioia, anche se rimane l’amarezza per il dolore e la sofferenza provocati dalla vicenda. La diocesi esprime stima a don Gino anche per la solidità interiore e la disponibilità con cui ha accolto la dura prova.

Don Temporin assolto. Il fatto non sussiste

Assolto perché il fatto non sussiste. Un lungo e corale applauso di tutti i vicari foranei della diocesi, riuniti a Padova per il loro periodico incontro con il vescovo, ha accolto la notizia della sentenza emanata dal tribunale di Padova mercoledì 18 dicembre.
Don Gino Temporin, già rettore del seminario minore, era accusato di violenza sessuale su un minore. Un’accusa infamante, che ha comportato una prolungata sofferenza personale e per l’intera diocesi che ha seguito il complesso iter processuale in maniera sempre rispettosa e pacata, nutrendo assoluta fiducia per il lavoro della magistratura ma anche per l’esemplarità di comportamento di don Gino nell’ambito del suo ministero, come unanimemente attestato da quanti (sacerdoti, educatori, genitori dei seminaristi) hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo.
Il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, a nome dell’intero presbiterio e della diocesi, ha espresso subito soddisfazione per l’esito del processo di primo grado. «Rimane comunque l’amarezza – spiega la diocesi in una nota – per una vicenda che ha fortemente provato e fatto soffrire un presbitero della nostra chiesa e turbato la serenità di un istituto, come il seminario minore, che rappresenta un esempio di attenzione educativa qualificata. A don Gino Temporin si confermano vicinanza e stima anche per la solidità interiore e la disponibilità con cui ha accolto questa dura prova».
Il pubblico ministero Maria D’Arpa, lo scorso 13 novembre, aveva concluso la sua durissima requisitoria chiedendo la condanna a sette anni di carcere. Il tribunale, presieduto da Claudio Marassi con i giudici a latere Marina Ventura e Sara Ballarin, ha invece completamente rigettato l’ipotesi accusatoria, riconoscendo nella sua assoluzione l’insussistenza del fatto stesso oggetto di un lungo (e certamente costoso) processo. Don Gino esce così a testa alta dalla dolorosa prova che ha affrontato con serenità, fiducia e forte della vicinanza dell’intero presbiterio.

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