Al Carmine si festeggia la Madonna dei Lumini
Domenica 9 ottobre la parrocchia del Carmine celebra la festa della Madonna dei Lumini, in ricordo della prodigiosa liberazione della città dall’epidemia della peste. Un’occasione preziosa, anche per le autorità civili, di far salire al cielo la preghiera di Padova alla Vergine.
Maria salus infirmorum, salute degli infermi.
Lo sanno bene i tanti padovani che frequentano con devozione la chiesa del Carmine, antica basilica che prima coi carmelitani, poi con il clero della diocesi di Padova, è sempre stata il punto di riferimento per la venerazione della Vergine Maria, specie nei tempi più duri.
Tempi come l’autunno del 1576, quando la città di Padova, come tante altre città del Veneto e del nord Italia, riuscì grazie alla sua intercessione a liberarsi dall’epidemia di peste.
È proprio da un evento storico che trae origine il culto della Madonna dei Lumini, celebrato al Carmine ogni anno la domenica più vicina al 12 ottobre, la data che ricorda questo prodigio.
La Vergine apparve in sogno sia al Capitano del popolo, prefetto che durante le emergenze disponeva di pieni poteri in città, sia al padre superiore del convento del Carmine con una sola richiesta: staccare da un portico di piazza Capitaniato l’affresco che la raffigurava, realizzato trent’anni prima da Stefano dall’Arzere e già venerato dai padovani, per ricoverarlo dentro la chiesa del Carmine. In cambio, Maria avrebbe liberato la città dalla peste.
La Madonna dei Lumini prende il nome dalle torce, dalle candele e per l’appunto dai lumini che i padovani usarono per illuminare la strada, durante la solenne processione del 12 ottobre 1576, al trasporto dell’affresco che ancora oggi si può ammirare sulla sommità del presbiterio del Carmine. Inutile aggiungere che la peste, dopo poche ore, smise di mietere vittime.
«A motivo di questo miracolo – racconta don Alberto Peloso, parroco del Carmine – la città di Padova ha instaurato un rapporto speciale con la nostra chiesa, trasformandola nel santuario mariano cittadino, come testimoniano gli scudi crociati, stemma di Padova, dipinti sulla facciata interna, sopra l’organo e nei capitelli della sacrestia». Da qualche anno è stata recuperata la tradizione – valida dal 1577 fino al 1868 in tutti gli anniversari del prodigio – del pellegrinaggio dell’amministrazione comunale alla basilica per una messa di ringraziamento.
La festa della Madonna dei Lumini viene anticipata da mercoledì 5 a venerdì 7 ottobre dalla preghiera del rosario alle 18.30 e dalla messa alle 19.
Il giorno della festa, domenica 9, verranno celebrate messe alle 8, alle 9, alle 10, alle 11, alle 12.15, alle 17 e alle 19; alla messa delle 11 sono invitate le autorità comunali, mentre prima di quella delle 19, alle 18, vi sarà la recita del rosario e la processione con le candele.
«Sarà la prima festa della Madonna dei Lumini – aggiunge don Alberto – senza il prezioso contributo del nostro sacrestano Umberto Marcolongo, mancato a gennaio all’età di 92 anni dopo aver dedicato gli ultimi 35 della sua esistenza alla nostra basilica».
L’edizione 2016 della festa della Madonna dei Lumini sarà anche la prima dopo la riscoperta dell’affresco della Trasfigurazione, ritrovato nella cappella del Carmine durante gli ultimi restauri, e dopo i lavori per la messa in sicurezza e il recupero delle statue della facciata raffiguranti Fede, Speranza e Carità. Proseguono, invece, i lavori di consolidamento del monumento ai caduti antistante la basilica.
Ancora una volta, dunque, la voce di Padova salirà a Maria dal Carmine
«La voce della città oggi – osserva don Alberto Peloso – può chiedere a Maria di liberarci dalle tante “pesti” che appesantiscono la nostra società come individualismo, indifferenza e scarsa accoglienza, aiutandoci a coltivare il senso del bene comune, il gusto di costruire insieme una società più solidale, la capacità di lavorare gli uni per gli altri tenendo conto degli interessi di tutti».