A Santa Croce nel piccolo oratorio si celebra la Madonna della salute
Il piccolo oratorio ristrutturato qualche anno fa e che si trova in corso Vittorio Emanuele II a Padova viene aperto solennemente lunedì 21 in occasione della Madonna della Salute a cui è dedicato: ci saranno celebrazioni tutto il giorno e recita del rosario.
Il 21 novembre nella parrocchia di Santa Croce in Padova si festeggia la Madonna della salute con celebrazioni eucaristiche e recita del rosario. La prima messa è alle 8 nell’oratorio della Beata Vergine della salute, in corso Vittorio Emanuele II, presieduta da padre Marco Putin, guardiano del convento dei frati cappuccini di Padova.
Il legame storico con la Vergine è legato a una scritta – Salus populi patavini – ai piedi della statua lignea della Madonna della salute all’interno della chiesa di Santa Croce, che ricorda i motivi della devozione, dovuti alla terribile peste del 1630-1631, che si riteneva fosse un castigo divino.
Il popolo allora rivolgeva la sua preghiera a Dio e ancor più alla Madonna perché intercedesse presso di lui per porre fine alla calamità. Le stesse autorità civili organizzavano le processioni di ringraziamento indicandone le modalità di svolgimento.
Lunedì 21, la seconda messa è celebrata da mons. Luciano Carraro, parroco di Madonna Pellegrina (alle 9); alle 10, celebra don Luigi Beggiao, parroco di San Nicolò. Alle ore 11, la messa con l’unzione degli infermi è nella chiesa parrocchiale, con don Umberto Sordo, arciprete della Cattedrale e vicario foraneo. Nel pomeriggio, alle 16 e alle 17, si torna in oratorio per la messa con unzione degli infermi, presieduta da mons. Giuseppe Padovan, già delegato vescovile per la vita consacrata, e poi per la recita del rosario. La giornata si conclude con la messa animata dal coro alle ore 19 in parrocchia.
Oltre alle celebrazioni eucaristiche, in oratorio verrà collocata una riproduzione policroma su pannello della statua della Madonna, in ricordo della collocazione originaria; inoltre, come segno augurale di salute verrà distribuito un vasetto di miele.
Per scongiurare la peste e le sue conseguenze, fra il 1400 e il 1600, furono numerose le processioni organizzate in tutta Italia. A Padova, ad esempio, si ricorda quella disposta dal consiglio di sanità per la traslazione della “Madonna dei Lumini” nella chiesa del Carmine nell’ottobre 1576 al termine della peste di quell’anno. A Venezia invece il governo della Repubblica organizzò una processione che durò tre giorni e tre notti e il 22 ottobre 1630 il doge fece voto solenne di erigere un tempio in suo onore se il morbo fosse terminato. Il senato veneto mantenne il suo impegno e si realizzò la basilica della Salute, decretando di ripetere ogni anno la processione in onore della Madonna, da allora denominata “della salute”. Anche i padovani vollero esprimere la loro riconoscenza alla Beata Vergine Maria e i padri camaldolesi di San Michele di Murano, che conducevano l’oratorio di San Giacomo della Spada, con annessa chiesa nell’attuale corso Vittorio Emanuele II, fecero eseguire a Venezia una statua lignea raffigurante la Madonna della salute con il bambino e la esposero sull’altare maggiore della loro chiesetta. Da questo momento si prese l’abitudine di chiamare il luogo oratorio “della Beata Vergine della Salute”. Il 16 agosto 1809 l’oratorio risulta inserito nell’elenco degli edifici sacri da chiudere e si decise così di trasferire la statua della Madonna nella vicina chiesa parrocchiale di Santa Croce.