31 marzo, la via Crucis a Padova: in piazza per "far vedere" germi di resurrezione
Si svolge venerdì 31 marzo, a partire dalle 18, l'edizione 2017 della "Via Crucis in città". Partenza dal Duomo e arrivo al Santo attraverso le vie e le piazze con il vescovo Claudio, i fedeli dei vicariati cittadini e le aggregazioni laicali, illuminati dall'esempio e dalla testimonianza di bene che la chiesa ancora porta avanti nell'impegno sociale.
In cammino, con la croce, attraverso le piazze e le vie più significative del centro storico.
Non per un’esibizione esteriore della propria religiosità, ma per andare incontro all’altro, ispirati dal bene che come chiesa si continua a compiere verso i fratelli più deboli ed emarginati.
Si svolgerà venerdì 31 marzo, a partire dalle ore 18, l’edizione 2017 della “Via Crucis in città”, momento tradizionale del coordinamento di pastorale cittadina possibile anche grazie al grande contributo dell’Ordine francescano secolare. Protagonisti anche quest’anno i fedeli dei sei vicariati cittadini, ma anche i componenti delle tante aggregazioni laicali che arricchiscono la chiesa di Padova.
Il corteo partirà con il vescovo Claudio da piazza Duomo, attraverserà piazza dei Signori, camminerà di fianco a palazzo Moroni, alla chiesa dei Servi e alla chiesa di San Daniele, sbucherà in Prato della Valle e giungerà, infine, alla basilica del Santo.
«Questa via Crucis – spiega il delegato vescovile per la pastorale cittadina, don Marco Galletti – sarà un segno visibile per la città di Padova. Il tema scelto per quest’anno prende spunto dai "Cantieri di carità e giustizia" che il vescovo Claudio ha lanciato per sensibilizzare le persone, le associazioni e le istituzioni al tema della povertà a Padova».
La via Crucis affronterà quest’anno le 14 stazioni canoniche in maniera molto essenziale: nel corso della celebrazione, ci sarà lo spazio per tre testimonianze “a braccio”, dunque più autentiche, di impegno sociale, grazie al contributo della pastorale sociale e del lavoro: «Oggi l’impegno sociale è particolarmente bersagliato da critiche e da polemiche. Invece, questo impegno ha risvolti molto positivi, legati a storie di salvezza di persone. Padova è da sempre una città caratterizzata dalla solidarietà: anche oggi, con l’impegno di istituzioni ecclesiastiche e non, continua a dare una testimonianza positiva».
Non è un caso se queste storie verranno raccontate all’ombra della croce, prima della meditazione finale del vescovo:
«La croce è il punto centrale della storia della salvezza. Accompagnare così i luoghi e le realtà di sofferenza e fatica è un modo per far vedere quel germe di resurrezione che vediamo anche qui, a partire dalla gente che pensa che valga ancora le pena impegnarsi per il bene. Andiamo in piazza non per imporre, ma per incontrare, portando con noi il nostro credo, la nostra identità, mettendoci di fronte alla città per quello che è, in un tempo in cui si fa fatica a incontrare, a conoscere e a rispettare».