I 2.500 con Mattarella e Parolin per il meeting Cuamm
Oltre 2.500 persone presenti al Gran teatro Geox per la presentazione finale dei dati sul progetto del Cuamm “Prima le mamme e i bambini”. Per la prima volta a Padova, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha elogiato l'impegno costante dell'organizzazione ricordando la vita spesa per gli altri di don Mazzucato, direttore del Cuamm, scomparso l'anno scorso. A partire da questo straordinario appuntamento, nel prossimo numero dedicheremo le quattro pagine speciali de "La questione" al grande tema del nascere oggi.
uiCon un lungo applauso per la notizia della liberazione di Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due tecnici italiani rapiti in Libia il 19 settembre, si è aperto, sabato 5 novembre, il meeting annuale di Medici con l’Africa – Cuamm organizzato al Gran teatro Geox, con più di 2.500 persone presenti. L’organizzazione, da oltre 60 anni impegnata in interventi umanitari in Africa, ha presentato i dati finali del programma sul parto assistito “Prima le mamme e i bambini”. Presenti il presidente della repubblica Sergio Mattarella, per la prima volta a Padova, il segretario di stato del Vaticano, card. Pietro Parolin, Paolo Gentiloni, ministro degli esteri, Romano Prodi e altri volti illustri.
«Giorni fa ero a Gerusalemme e da lì sono andato a Gerico per un’iniziativa importante della nostra cooperazione – ha detto il presidente Mattarella – Scendendo mi è venuta in mente la parabola di un uomo che viaggiava da Gerusalemme a Gerico e per sua fortuna, dopo i ladroni, incontrò il buon Samaritano. Lì ho pensato al Cuamm».
Nelle parole del capo dello stato è vivo il ricordo di don Luigi Mazzucato, direttore dell’organizzazione dal 1955 al 2008, una vita spesa per gli altri: «Diceva ai suoi amici e collaboratori che “non dobbiamo mai perdere il culto dell'amicizia e il senso della famiglia. Se diventassimo la migliore ong-azienda ma non fossimo più comunità, famiglia, come oggi siamo, sarebbe la morte del Cuamm nel suo valore intimo più inestimabile”».
Sul palco sono si sono succeduti racconti e testimonianze che dimostrano le tante difficoltà, di medici e infermieri, nel lavorare in quello che viene definito l’ultimo miglio della sanità. Un impegno che, come ha detto il vescovo Claudio, «esprime il cuore della gente padovana che consegna il bene a tutti i cittadini, quale che sia la loro nazionalità e la loro fede».
Spazio anche alla politica: il ministro degli esteri Gentiloni, parlando di immigrazione, ha ribadito l'impegno italiano nella lotta contro i trafficanti, mentre Prodi ha sollecitato un maggior impegno da parte dell’Italia e dell’Europa a non chiudersi nella frammentazione, ma ad aprirsi al dialogo con l’Africa.
Un messaggio di speranza e di volontà nel continuare su questo cammino è arrivato anche dal card. Parolin ricordando l’origine del Cuamm: «Nel 1950 il medico Canova e l’allora vescovo di Padova, Bortignon, si misero in testa il motto evangelico di Matteo “andate e curate i malati”. La radice del Cuamm nasce dal vangelo, dall’impegno di mettere in pratica la parola di Gesù. Il mio augurio è che tutti possano attingere da questa radice».