La vittoria di Leonardo Cenci: alla maratona di New York con un cancro ai polmoni
Il sogno di una vita, una sfida resa ancora più grande e difficile quando, nel 2012, ha scoperto di avere un cancro incurabile ai polmoni. Leonardo Cenci, atleta perugino, non si è fermato, ha continuato a correre fino ad arrivare alla maratona di New York. Con un obiettivo ben preciso in testa: battere il record di Fred Lebow, cofondatore della maratona, unico atleta al mondo a partecipare con un cancro in atto. Leonardo ce l'ha fatta, tagliando il traguardo in 4 ore 27' e 57'' e superando le 5 ore 32′ 34″ di Lebow. Un messaggio pieno di energia e determinazione: si può convivere con la malattia
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Basta parlarci qualche minuto per capire quanta energia Leonardo ha dentro di sé, talmente tanta da proiettarlo sempre verso nuove sfide, contagiando chi ha attorno. La sua prossima avventura è imminente: sei novembre, maratona di New York. Ma non sarà un corridore come gli altri, lui: «Sono il primo maratoneta italiano a correre con un cancro ancora in atto – dice con fierezza -. Non è un gesto da eroe per dimostrare che sono grande, ma semplicemente voglio far capire che il cancro è una malattia con cui si può convivere». Leonardo Cenci, 43enne di Perugia, scalpita contando i giorni che lo separano dalla 42 km più celebre del mondo, un appuntamento segnato sul calendario dal 2012, ma rimandato: «Era giugno di quattro anni fa, mi stavo allenando, ma non ero performante – racconta Leonardo -. E’ stato un primo campanello d’allarme, pensavo dovuto allo stress, ma rapidamente la situazione è peggiorata con febbre alta. Dopo una lastra toracica è emersa una massa grande quanto una pallina da tennis al polmone destro». Pare sia adenocarcinoma al quarto stadio, ma poco dopo la brutta notizia, diventa pessima: una tac alla testa evidenzia metastasi celebrali e alle ossa.
I medici gli avevano dato sei mesi di vita, lui l’ha subito accettato e si è detto: «Vediamo, quanto sono terminale?». All’inizio non riesce a parlare, perde la sensibilità alle gambe, ma dimostra un’incredibile capacità di adattarsi al cambiamento, non demorde, si rialza, riprende a camminare e poi a correre. Ora esce di casa la mattina e rientra col buio con un pensiero fisso, continuare a sfidare la malattia attraverso la corsa, la sua salvezza: «Ho iniziato a correre nel 1999, ogni persona dovrebbe provarci, così capisce il dolore e gli sforzi e sono certo che se non avessi avuto questa resistenza e spinta, non avrei tenuto testa al cancro».
Il suo impegno e la sua tenacia lo portano a fondare l’associazione “Avanti tutta”: «E’ un po’ bizzarro che sia io a dare sostegno e conforto, ma ho capito che la mia voglia di felicità fa rendere serene le persone che hanno stati d’animo terribili e differenti». La sua guarigione non sarà mai definitiva, ma è progressiva, va colta e apprezzata di giorno in giorno: «Faccio fatica a guardare, leggere e parlare, ma sono inevitabili compromessi. Ho una clessidra con meno granelli, ma ho imparato a vivere con meno stress e meno preoccupazioni, reagisco con il sorriso». Leonardo, sorridendo, è arrivato a New York, ma non sarà un evento meramente celebrativo: la sua ambizione è superare il record di 5 ore, 34 minuti e 32 secondi dell’americano e fondatore Fred Lebow che corse con un cancro al cervello. Dalla sua nascita, nel 1970, la maratona di New York si è sempre disputata tranne una volta, proprio nel 2012, a causa dell'uragano Sandy. Leonardo, saputa la notizia, rivolgendo gli occhi in alto pensò: «E’ un messaggio per me, qualcuno mi sta dicendo: “pensa a curarti che la maratona aspetta te”».