Venerdì santo torna la Colletta per la Terra Santa
Custodire i luoghi santi e sostenere le comunità cristiane che vi vivono a fianco, spesso in situazioni in cui vivere la propria fede è complicato. È questo il significato della Colletta per la Terra Santa che torna come ogni anno il prossimo venerdì santo. A Pasqua 2016 la raccolta è stata di 5 milioni e 200 mila dollari e di oltre un milione e 800 mila euro.
«Mi appello alla nostra comune umanità, alla fede cristiana che ci accomuna in Cristo, affinché tu sia veramente generoso e possa contribuire alla pace nella regione di Gesù, nella Terra Santa, divenendo protagonista e costruttore di questo mondo».
È l’invito che il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, rivolge ai fedeli in vista della prossima Colletta per la Terra Santa che, per tradizione, si tiene il giorno di venerdì santo. In un’intervista al Sir, il cardinale ricorda l’importanza della custodia e del mantenimento dei luoghi santi che «sono l’approccio, per noi che crediamo senza aver visto, per arrivare ad essere fisicamente vicini al Salvatore, figlio di Dio».
Davanti ai fatti che accadono in questa regione tormentata del mondo, aggiunge il prefetto, il rischio che si corre è quello di «vederli quasi come se non fossero nostri, come se non avessimo alcuna responsabilità. Rendendoti partecipe della Colletta per la Terra Santa, stai contribuendo personalmente a trasformare questa realtà di guerra, di miseria, di terrorismo, di violenza, di divisione. Non lo fanno altri ma tu stesso»
Da qui l’appello per la Colletta per «contribuire alla pace nella regione di Gesù». Come è noto, la Colletta per la Terra Santa nasce dalla volontà dei papi di «mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i luoghi santi. La colletta, che tradizionalmente viene raccolta nella giornata del Venerdì Santo, è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi; è anche lo strumento che la chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei tempi più recenti, papa Paolo VI, attraverso l’esortazione apostolica Nobis in Animo (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa».
Quanto raccolto il venerdì santo dalle chiese cattoliche di tutto il mondo, viene affidato ai frati francescani della custodia di Terra Santa. «La Custodia – spiega una nota diffusa dalla Santa Sede – attraverso la colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i luoghi santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq».
Di norma, «la custodia di Terra Santa riceve la parte maggiore della colletta, mentre ciò che rimane alla congregazione per le chiese orientali serve per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale, i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente».
Le offerte pervenute nell’anno 2015-16 per Colletta in Terra Santa sono di oltre cinque milioni di dollari e di un milione e 833 mila euro.