Ripulite le cappelline, il duomo di Asiago è più accogliente
Umidità e muffa avevano intaccato gran parte delle pareti della cappelline del duomo di Asiago, annerendole e creando dei distacchi. Intaccate erano anche le volte delle navatelle laterali.A breve sarà necessario intervenire anche sulla stabilità della chiesa in caso di sisma, perché recenti indagini hanno evidenziato purtroppo alcune criticità importanti. Il problema è stato già segnalato al comune di Asiago che è il proprietario della chiesa e delle strutture parrocchiali, dalla canonica alla piazza e al campanile.
I turisti che visiteranno Asiago quest’estate e faranno una capatina al duomo di San Matteo apostolo, in piazza della Reggenza, troveranno che la chiesa ha qualcosa di diverso.
Forse non se accorgeranno subito, ci vorrà del tempo, perché non è un intervento strutturale, di quelli evidenti. Eppure l’effetto che fa ora la chiesa è diverso: infatti, tutte le cappelle laterali e parte delle navatelle sono state completamente ripulite.
«Era un intervento da tempo atteso – spiega l’arciprete, don Roberto Bonomo – perché la situazione ormai era deteriorata. In seguito ai grandi freddi, il ghiaccio si era infiltrato dentro le mura della chiesa e umidità e muffa avevano contribuito a rovinare e annerire il muro e le varie cappelle. Ora sono state portate allo stato originario».
Il duomo di Asiago è di antica origine ma è stato più volte ricostruito.
Quello ottocentesco fu distrutto dalle bombe della prima guerra mondiale, nel 1916: l’attuale risale quindi al 1922-24, in stile neoclassico, a tre navate. Necessitava di un intervento di pulitura e risistemazione delle pareti: i lavori sono iniziati nel novembre 2016 e si sono conclusi a maggio, in tempo per la stagione estiva.
Si è trattato di intervenire su tutte le cappelline, che nell’ordine sono, partendo dall’ingresso sulla destra, la cappella della beata Giovanna Maria Bonomo, la zona dei confessionali, l’altare di santa Rita, e infine la cappella della Sacra Famiglia e san Modesto. Passando sull’altro lato della navata, di fronte si trova l’altare del Carmelo, poi c’è quello di sant’Antonio e infine, ritornando verso l’ingresso, il battistero in mosaico.
Tra tutti questi altari, a don Roberto piace soffermarsi sulla storia di quello della Sacra Famiglia e di san Modesto.
«È un abbinamento molto particolare e originale – spiega il sacerdote – e ha una storia che vale la pena raccontare.
«La parrocchia di Asiago possiede il corpo di san Modesto, un santo dei primi secoli: un tempo era lui il patrono della comunità montana dell’altopiano. Si ricorda che ogni anno tutte le autorità venivano da ogni paese e si riunivano per ringraziare il santo. Questo fino allo scoppio della Grande guerra, quando il corpo fu trasportato a Padova e, anche se poi ritornò, venne pian piano dimenticato.
«Qualche decennio dopo, nell’epoca del referendum sul divorzio, si pensò anche di sostituire la statua del Sacro Cuore di Gesù presente nella cappellina con la Sacra Famiglia. Oggi abbiamo quindi una cappellina con l’altare che conserva nella parte sottostante il corpo di san Modesto, e sopra c’è invece la Sacra Famiglia».
Per don Roberto sarebbe ormai tempo di rivalorizzare la figura di san Modesto: «Io vorrei che l’altopiano tornasse a celebrarne la festa, per questo racconto con piacere questa storia. L’ho ricordata anche durante l’ultima rogazione».
Ad essere interessate dai lavori di rimozione e rifacimento degli intonaci non sono state solo le cappelle ma anche le volte delle navatelle laterali, a loro volta intaccate dall’umidità. Si erano formate profonde scanalature che si è dovuto ricucire e riempire per dare consistenza. Pavimenti e altari non sono invece stati toccati.
I lavori sono stati tutti a carico della parrocchia anche perché, benché onerosi, non erano strutturali e sono stati modesti rispetto a ben altri interventi di cui necessiterà, a breve, la chiesa. Che, lo ricordiamo, non è di proprietà della parrocchia bensì del comune di Asiago, così come la canonica, il campanile e il piazzale antistante l’edificio. Anche la chiesa di San Rocco, officiata dalla parrocchia, è comunale.
«Abbiamo fatto una ricognizione sulla situazione del tetto, pregiatissimo e totalmente in legno, ancora in buone condizioni. Ci siamo però accorti – conclude don Roberto – che nella parte alta, sopra il presbiterio, vi sono dei seri problemi che richiederanno interventi per garantire la stabilità della chiesa in caso di sisma. Per ora è stata fatta solo una ricognizione e abbiamo informato il comune, che ha competenza sugli interventi strutturali. Prima o poi si dovrà intervenire».