Uniti nel dono, il sostegno ai sacerdoti come don Mattia Biasiolo, parroco di quattro comunità. «Credo nello stare in mezzo»

Uniti nel dono La campagna delle Cei intende richiamare l’attenzione sul sostentamento dei 32 mila sacerdoti italiani. Tra loro c’è anche don Mattia Biasiolo, parroco di quattro comunità

Uniti nel dono, il sostegno ai sacerdoti come don Mattia Biasiolo, parroco di quattro comunità. «Credo nello stare in mezzo»

Torna più volte il verbo “accompagnare” nella chiacchierata fatta con don Mattia Biasiolo su cosa vuol dire per lui essere pastore. Lo sfondo è la campagna “Uniti nel dono”, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, per il sostegno ai 32 mila sacerdoti presenti nel nostro Paese: 29.400 in attività nelle 25.600 parrocchie di 227 Diocesi; 300 sono impegnati in terra di missione; 2.600 sono anziani o malati. Classe 1975, don Mattia è diventato prete nel 2002 dopo gli studi superiori di lingue, il servizio civile con la Caritas all’Opsa e l’esperienza della comunità vocazionale di Casa Sant’Andrea. «Le prime destinazioni, come vicario parrocchiale, sono state Stra e Chiesanuova – racconta – entrambe per quattro anni. Poi, nel 2010, sono diventato parroco di Cervarese Santa Croce». Ora don Mattia è parroco anche di Montemerlo (2017), Saccolongo (2021) e, da settembre scorso, anche di Fossona. Ma non da solo: condivide la “cura” di circa 7.700 anime con padre Simone Milani a Saccolongo e don Cornelio Boesso, insieme al fratello don Francesco, a Montemerlo. Qui, da alcuni mesi, è impegnato anche don Rogério Calelo Ramazotti, prete brasiliano che studia liturgia a Padova. «Guardando alla mia esperienza – racconta don Mattia – non so se mi sento tanto pastore. Anche se mi piace l’immagine che sottolinea papa Francesco: il pastore è colui che sta in mezzo. Colui che accompagna. Nel passaggio da vicario parrocchiale a parroco ho proprio colto questa dimensione dell’accompagnare, dello stare accanto, dell’ascoltare, dell’attendere i tempi dell’altro... Tutto ciò l’ho vissuto in prima persona: sento di essere stato tanto ascoltato e, fin da giovane prete, ho percepito che era importante ascoltare in maniera efficace. Ecco perché su suggerimento di don Giuseppe Zanon mi sono iscritto a un corso di counselling pastorale. Diceva che avrebbe aiutato a “non fare danni con le persone”. Poi ho provato ad approfondire iscrivendomi a psicologia, ma gli impegni di vicario parrocchiale non mi hanno permesso di continuare». Nell’essere pastore, don Mattia individua due “dimensioni” che ha sperimentato: «Un giovane mi ha detto: “Da te ho imparato a stare nelle difficoltà”. A volte lasciamo certe situazioni perché non vanno bene, ma io non posso lasciare il mio essere parroco! Penso che questo sia ciò che fa il pastore. Così come stare pienamente dentro agli snodi della vita delle persone: il matrimonio, la nascita di un figlio, la morte... Starci con tutto me stesso, irrobustisce la mia fede, il mio essere prete». Mentre la chiacchiera va verso la conclusione, don Mattia torna ai tanti pastori che l’hanno accompagnato e continuano a farlo: «Ho ricevuto qualcosa da tutti. Mi sento figlio di molti».

Per sostenere i sacerdoti diocesani

Quattro le modalità a disposizione:
1 - il conto corrente postale numero 57803009;
2 - i titolari di carte di credito Mastercard e Visa possono inviare l’offerta chiamando il numero verde 800825000 oppure collegandosi al sito unitineldono.it;
3 - tramite paypal sul sito indicato;
4 - con un bonifico sull’iban IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto centrale sostentamento Clero, causale “Erogazioni Liberali”;
5 - presso gli Istituti diocesani sostentamento del clero

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