Terremoto in Turchia e Siria. I riflettori restino accesi sui terremotati

Si svolgerà domenica 26 marzo, anche nelle parrocchie della Diocesi di Padova, la colletta indetta dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e in Siria. Attenta, fin dalle prime ore, anche la Caritas a tutti i livelli, da quello dei Paesi colpiti fino a quello internazionale, passando per le Caritas delle singole diocesi. Operare però in questi territori si è dimostrato difficile. In un webinar di raccordo per le Caritas diocesane, lo scorso 15 febbraio, gli operatori delle sedi locali hanno raccontato quanto le politiche attuali del governo turco e la situazione di guerra civile in Siria rendano rischioso spostarsi all’interno dei territori. L’indicazione della Caritas italiana è quella di sostenere direttamente le Caritas locali: per il momento sono sconsigliate raccolte di materiali, cibo, vestiario, in quanto il trasporto risulterebbe logisticamente difficile, se non addirittura di intralcio. La strategia, insomma, è quella di convogliare aiuti economici alle Caritas in Turchia e in Siria, perché si forniscano in loco, in modo più sicuro ed economico, di cibo e materiali: il terremoto, infatti, ha devastato alcune zone ma ha lasciato relativamente intatte altre località turche e siriane e le loro catene di approvvigionamento. L’attenzione principale manifestata dalla Caritas italiana è quella di tenere accesi i riflettori sulle popolazioni colpite anche quando altre notizie e altre emergenze occuperanno le prime pagine dei giornali, ragionando in una prospettiva di lungo termine, che tenga conto dei processi di ricostruzione
a lungo termine. Saranno dunque realizzati dei report periodici sulle attività di Caritas tra le popolazioni terremotate, esattamente come da dodici anni vengono prodotti per raccontare ciò che viene operato nella Siria martoriata dalla guerra.