Recovery, Forum famiglie: “Assegno di 200 euro e Irpef sul numero di familiari"
La vicepresidente Ciccarelli sintetizza le priorità indicate in audizione: assegno unico e universale di almeno 200 euro per figlio fino a 21 anni, riforma dell’Irpef che tenga conto del numero di familiari e politiche abitative che agevolino l’accesso agli under35 anni. Ciccarelli: "A rischio l’economia italiana e la tenuta della coesione sociale”
“Assegno unico e universale di almeno 200 euro per figlio fino a 21 anni, con maggiorazioni specifiche dal terzo figlio in su, per i disabili, le famiglie monogenitoriali e quelle a basso reddito. Riforma dell’Irpef che tenga conto del numero di familiari presenti nel nucleo. Politiche abitative che agevolino l’accesso dei giovani sotto i 35 anni. Congedi parentali e indennità di gravidanza. Ma anche abbattimento dei costi per l’assunzione di lavoratori con figli a carico e rafforzamento delle politiche di armonizzazione del lavoro con la famiglia, dell’educazione e della rete dei consultori familiari”: così la vicepresidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Emma Ciccarelli, sintetizzando in una nota l’intervento di oggi della delegazione del Forum delle associazioni familiari in audizione sul Recovery Plan presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
“Le famiglie - prosegue Ciccarelli - sono state il fulcro del Paese nella pandemia, erogando servizi indispensabili per la tenuta sociale, l’assistenza agli ultimi, il risparmio, il lavoro educativo e l’ammortizzazione di situazioni per le quali lo Stato non è stato in grado d’intervenire. Adesso serve una svolta sostanziale che incentivi la natalità e faccia decollare le politiche familiari”. “Le possibilità offerte dal Recovery Plan europeo - aggiunge la vicepresidente nazionale del Forum - sono un’occasione unica nella storia recente del nostro Paese per rilanciare l’intero sistema economico e sociale. Siamo del parere che i fondi del PNRR dovranno essere utilizzati in maniera efficace e non dispersi in tanti interventi parcellizzati o non prioritari. È a rischio l’economia italiana e la tenuta della coesione sociale”, conclude Ciccarelli.