Pentecoste. Ultima tappa del pellegrinaggio del vescovo Claudio “per e con” i lavoratori. «Lo Spirito ci aiuta a sognare il futuro»
Si è concluso nella basilica di Santa Giustina in Padova, la domenica di Pentecoste, il pellegrinaggio del vescovo Claudio – in questo mese di maggio – “per e con” i lavoratori.
Partendo dal Covid-hospital di Schiavonia, il 1° maggio, dove ha pregato per e con il mondo della sanità, don Claudio ha voluto rilanciare con forza, proprio in questo tempo di emergenza sanitaria, l’intreccio di fede e vita.
A Santa Giustina – dove si venera la Madonna Costantinopolitana, immagine più antica della città – il vescovo ha pregato “per e con” i rappresentanti territoriali del governo, delle amministrazioni locali, delle forze dell’ordine, della Protezione civile, del volontariato, invocando su ciascuno lo Spirito e la protezione di Maria.
Durante l’omelia, il vescovo ha dedicato ai rappresentanti delle istituzioni una preghiera del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora (1886-1972): «Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, Cristo rimane nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa è una semplice organizzazione, l’autorità è una dominazione, la missione una propaganda, il culto una evocazione, e l’agire dell’essere umano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo è sollevato e geme nella gestazione del Regno, Cristo risorto è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è un servizio liberatore, la missione è una Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano è divinizzato».
«L’azione dello Spirito Santo si è vista, in questo tempo, in tanti gesti – ha sottolineato don Claudio – Quanti uomini e donne, ma anche istituzioni, hanno assunto responsabilità che non immaginavano. Quanti si sono messi insieme per uno scopo comune. Su quanti fronti abbiamo visto lo zampino dello Spirito Santo. Ci serve per sognare il futuro, per continuare tutto ciò che di bene che abbiamo sperimentato».