Un gigante militare con i piedi di argilla. La Russia e le sanzioni occidentali
Il popolo russo è povero e rischia di diventarlo ancora di più
Un gigante militare con i piedi d’argilla: questa è la Russia di Putin. Laddove l’argilla è costituita da un’economia che ha un prodotto interno lordo pari a quello di Olanda e Svizzera messe assieme. E una bella fetta di questa mini-ricchezza arriva dalla vendita di risorse minerarie, gas metano e petrolio in primis. A chi? A quell’Europa che ora vuole sanzionarla economicamente per la guerra contro l’Ucraina.
Nonostante una ricchezza individuale che è meno della metà degli standard europei, i russi destinano un decimo del loro budget statale alle spese militari: una percentuale pazzesca, che va a detrimento di quanto speso per sanità e pensioni. Almeno secondo i nostri standard di vita.
Insomma il popolo russo è sostanzialmente povero e rischia di esserlo ancora di più ora. Non a caso si ragiona anche su sanzioni economiche che colpiscano i ricchi oligarchi, la schiera di potere attorno a Putin, i generali dell’Esercito, i tanti che hanno immense fortune “saggiamente” dislocate all’estero. Saggiamente fino ad oggi, perché per questi neo-feudatari il rischio ora è quello di perdere molto se non tutto. Nessuno verserà una lacrima per questo, ed è l’unico modo per fare terra bruciata attorno a una leadership dittatoriale e guerrafondaia.
L’Italia esporta soprattutto macchinari, prodotti alimentari e tessili. Importa dalla Russia quasi solo metano, anche se in quantità spaventose: circa la metà del nostro fabbisogno. Una schiavitù che non ci permette di essere liberi nei giudizi verso Putin&co: senza il gas russo ci scalderemmo con la legna e faremmo luce con le candele. Una dipendenza che non può essere scalfita se non nell’arco di 4-5 anni.
Giocoforza ci adegueremo alle sanzioni che verranno imposte alla Russia, sempreché l’escalation non ci porti verso dimensioni guerresche che avevamo dimenticato da moltissimo tempo. Saranno in genere di due tipi: finanziarie (il circuito russo uscirà da quello internazionale: significa tornare all’Ottocento in poche ore) e affini – e cioè ostracismo totale verso chi farà comunque affari con la Russia –; e di mancata fornitura di quelle componenti industriali senza le quali si fermeranno le fabbriche e i macchinari russi: ricambi, microchip, sistemi elettrici e informatici, treni e aerei…
Insomma voi ci sparate, noi vi strangoliamo.