La tragedia della Marmolada e una saggezza da ritrovare
Ci sono guide esperte che dai diversi sentieri della vita trasmettono messaggi di valore e attuali anche alla società e alla politica.
“Ė un nostro dovere far incontrare le culture”, il presidente del Club Alpino Italiano, Antonio Montani, lo afferma in un’intervista a proposito del rapporto tra la città e la montagna. Un incontro necessario per il bene di entrambe, un bene inscindibile.
Nel commentare la tragedia della Marmolada il presidente del Cai si dichiara contrario al divieto di frequentare i ghiacciai non a rischio e aggiunge: “Chiediamo meno leggi e più responsabilità. Non si norma la montagna, si fa formazione a chi la frequenta. I divieti non formano nessuno”. Aggiunge che per la tutela dell’ambiente: “dobbiamo chiedere un’azione da parte della politica ma ciascuno di noi deve impegnarsi”.
Non nasconde la sua preoccupazione per i Giochi invernali del 2026 perché i forti ritardi possano indurre ad avere un calo di attenzione per il territorio. Ma il nostro è un approccio cauto, vogliamo renderci conto, vogliamo dialogare e portare il nostro contributo”.
Sul rischio che l’economia aggredisca e snaturi il paesaggio montano dice, riferendosi a buone prassi che si stanno diffondendo: “Ho la sensazione che stiamo per svoltare, manca poco per avere una nuova economia montana”. Un atto di fiducia riposto su un crescente reciproco rispetto.
Si potrebbero leggere le parole del presidente del Cai tenendo davanti agli occhi, con quello della montagna, i paesaggi sociali e politici di oggi. Sarebbe un esercizio utile.
Sono diversità evidenti ma ci sono pensieri e atteggiamenti che si incrociano a fronte di difficoltà e fragilità, di fatiche e imprevisti.
Non a caso è stato detto e si dice che la montagna è una scuola di vita.
Chi la frequenta può dire che è fondamentale far incontrare le culture perché da questo dialogo nasce un futuro migliore, da questo ascolto reciproco viene una indicazione per non smarrirsi nello scontro tra culture come purtroppo ancora avviene.
Questa scuola insegna che ognuno deve impegnarsi personalmente per raggiungere la vetta. Una metafora per dire che ognuno è chiamato alla responsabilità, a offrire il proprio contributo per costruire il bene comune e quindi avere titolo per esigere dalle istituzioni risposte efficaci ai problemi e altrettanto efficaci esempi educativi.
Ci sono guide esperte che dai diversi sentieri della vita trasmettono messaggi di valore e attuali anche alla società e alla politica.
Perché allora non tenerne conto? Perché non dare loro più spesso la parola soprattutto in talkshow stanchi e ripetitivi? Perché non far ascoltare queste voci che senza nulla togliere a quelle di noti esperti e opinionisti, esprimono un pensiero, una visione, un progetto di valore?
Perché non cogliere e valorizzare una saggezza, come quella che viene dalla montagna, per confrontarsi senza scontrarsi, per guardare più in alto e più lontano con i piedi per terra?