La teologa Assunta Steccanella: "Cerchiamo scintille di bene coltivando l’apertura"
Insieme all’ascolto e alla relazione che parte dalla base fondamentale della fiducia, possiamo imparare ad aprirci progressivamente agli altri, come auspica papa Francesco nella Fratelli tutti, per un cuore aperto al mondo intero
Nel clima di chiusure e paura che segna così pesantemente il nostro tempo, trovo illuminante la proposta fondamentale di Fratelli tutti che invita a pensare e generare un mondo aperto e ad avere un cuore aperto al mondo intero. La mia prima parola è quindi apertura. Aprirsi significa affrontare ciascun giorno con una fiducia di base, col pensiero che in esso si celi comunque qualche cosa di buono, che sia possibile trovare del bene proprio lì dove siamo, anche solo una scintilla, da riconoscere e far brillare. Tra l’altro, questa è una dimensione che è inscritta nel nostro essere cristiani: nel momento del battesimo si è celebrato per ciascuno di noi “il mistero dell’apertura” (sant’Ambrogio), col rito dell’effatà che nella dinamica sacramentale apre mente e cuore, bocca e orecchi ad ascoltare il messaggio di salvezza, a comprenderlo e a diffonderlo.
Legata a questa prima parola c’è la seconda, ossia ascolto. Ascoltare è molto più che sentire: è un atteggiamento volontario, che non coinvolge solo i sensi corporei, ma implica una scelta precisa. Mettersi in ascolto implica la decisione di purificare lo sguardo dal sospetto che spesso ci condiziona, per predisporci a riconoscere idee e pensieri significativi, anche se diversi dai nostri. L’ascolto è quindi possibile quando sono aperto a vedere in ciascuno un fratello/una sorella con la mia stessa dignità, come me a immagine di Dio.
La terza parola è relazione. Avvicinare gli altri con una fiducia di base, ascoltarli e farsi ascoltare, struttura un intreccio nel quale tutte le persone coinvolte donano e ricevono, e tutti si arricchiscono. In questo tempo difficile le relazioni hanno sofferto molto, si è diffuso il sospetto e la fatica, oppure sono state ostacolate da quarantene e limitazioni. La speranza è che possiamo impegnarci a coltivarle comunque, ricordandone la preziosità e utilizzando tutti i mezzi possibili per non lasciarle indebolire, finché non potremo finalmente viverle in piena libertà.
Assunta Steccanella