La sferzata di Francesco al G20. Il papa parla ai «poeti sociali», ma interpella i Governi
«Voglio chiedere, in nome di Dio, ai Paesi potenti di cessare le aggressioni, i blocchi e le sanzioni unilaterali contro qualsiasi Paese in qualsiasi parte della terra. No al neocolonialismo. I conflitti si devono risolvere in istanze multilaterali come le Nazioni Unite. Abbiamo già visto come finiscono gli interventi, le invasioni e le occupazioni unilaterali, benché compiuti sotto i più nobili motivi o rivestimenti. Questo sistema, con la sua logica implacabile del guadagno, sta sfuggendo a ogni controllo umano. È ora di frenare la locomotiva, una locomotiva fuori controllo che ci sta portando verso l’abisso. Siamo ancora in tempo».
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Le parole di papa Francesco echeggiano ancora una volta durissime nei confronti del sistema economico nel quale siamo immersi. Se possibile, il vescovo di Roma è stato ancora più radicale del solito nel suo intervento di sabato 16 ottobre in occasione del quarto incontro mondiale dei movimenti popolari. Francesco ha calcato i toni, come se sentisse che sì, siamo ancora in tempo, ma non abbiamo tutto il tempo, è il momento di agire in favore degli ultimi, dei più poveri, di coloro che più di altri hanno patito (o patiranno...