La Bestia sguazza e ci cadiamo pure noi. Il sistema di Luca Morisi che ha inquinato il dibattito
L’abbiamo imparato da tempo: le parole sono potentissime. Colpiscono come pietre e possono cambiare la percezione delle cose. Se scrivo “cane” tendiamo a pensare ad un animale docile. Se scrivo “bestia” a qualcosa di grosso, cattivo e pauroso. Se scrivo “Luca Morisi”, la maggior parte scapperà a gambe levate. Per alcuni con le sue strategie social (era lui a curare la comunicazione di Salvini e della Lega) è colpevole di avere inquinato il dibattito politico del Paese, per altri un ragazzo che ha sbagliato ma non più di altri. Questo però non è né un articolo politico né una riflessione giudiziaria.
A noi interessa un altro aspetto. Cos’era esattamente “la Bestia” (ah, la potenza evocativa delle parole!) inventata da Morisi e come funzionava? Davvero al giorno d’oggi basta un uomo (e il suo staff social) per orientare milioni di persone? Diciamo subito che, aldilà del suo roboante e spaventoso nome, “la Bestia” era – anzi, è – un sistema abbastanza semplice. Si basa su programmi tecnologici che sono in grado di scandagliare e ascoltare la rete e tenere traccia di cosa discutono le persone. In questo modo,...