Il morso della bestia. L’inflazione è una brutta bestia, che si scaglia soprattutto contro i più deboli e indifesi
L’inflazione esprime un concetto generale, ma poi è “ritagliata” su misura dei bisogni e delle situazioni di ciascuno di noi.
L’inflazione è una brutta bestia, che si scaglia soprattutto contro i più deboli e indifesi. In questo caso, appunto coloro che per varie ragioni non possono difendersi da essa: chi ha redditi fissi (e bassi, come i pensionati); chi deve per forza utilizzare beni e servizi fortemente rincarati. Spesso, entrambe le situazioni si incontrano nelle stesse persone, e sono guai.
Ridurre il riscaldamento di una casa può essere una soluzione; non per chi è anziano, già centellinava il calore e vive in quella casa quasi tutto il giorno. Si può ridurre l’utilizzo dell’auto; ma un pendolare come fa?
È vero, l’inflazione esprime un concetto generale, ma poi è “ritagliata” su misura dei bisogni e delle situazioni di ciascuno di noi. Ma i rincari di questi giorni non riguardano il prezzo degli ananas o il costo dei biglietti del cinema: sono così forti e generalizzati che stanno diventando un problema enorme per milioni di italiani.
Proprio perché c’è chi soffre, e chi invece è proprio allo stremo delle sue forze economiche, bisognerebbe che gli interventi governativi fossero più selettivi: non sgravi generalizzati, ma in favore delle categorie sociali più in crisi. Il caro-benzina indispettisce il milionario, mette in ginocchio la famiglia monoreddito.
Altro capitolo – amarissimo – è quello delle aziende manifatturiere e di tanti altri settori lavorativi: c’è il contemporaneo rincaro delle materie prime (metalli, carta, legno… tutto!) e dell’elettricità assieme al gas. Così ci sono casi di vetrerie piene di ordini, che preferiscono chiudere i forni per non lavorare in perdita; aziende che rifiutano lavori perché dovrebbero poi presentare listini raddoppiati; locali commerciali e pizzerie che hanno ricevuto bollette che impongono o di pagarle o di tagliare il personale…
Infine una situazione che tocca da vicino il mondo ecclesiastico: le parrocchie si trovano ad affrontare costi di riscaldamento (e bollette elettriche) di chiese enormi, con meno fedeli a causa del Covid. Quindi meno elemosine, meno risorse in generale. Che si fa? Che si farà il prossimo inverno, dato che forse il metano calerà, ma rimarrà comunque a prezzi molto alti?