Hiroshima, il premier Suga: vogliamo un mondo senza armi nucleari
Lo ha dichiarato in un tweet il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, subito dopo la sua partecipazione alla cerimonia per i 76 anni dal bombardamento nucleare sulla città di Hiroshima, al Parco del Memoriale della Pace
"Abbiamo promesso che avremmo fatto il massimo per un mondo senza armi nucleari". Lo ha dichiarato in un tweet il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, subito dopo la sua partecipazione alla cerimonia per i 76 anni dal bombardamento nucleare sulla città di Hiroshima, al Parco del Memoriale della Pace.
Le celebrazioni quest'anno si sono svolte sottotono: a causa della pandemia, solo a poche persone è stata permessa la partecipazione, tra cui soprattutto rappresentanti delle istituzioni e parenti delle vittime.
L'intervento del premier Suga al memoriale di Hiroshima è stato tuttavia caratterizzato da vari errori: il premier avrebbe saltato un'intera pagina del suo discorso, omettendo tra le altre cose di ricordare che il Giappone è l'unica nazione ad aver subito un attacco atomico e che ora l'auspicio, è un mondo libero dalle armi nucleari, concetto che poi Suga ha condiviso sui social network poco dopo. Come riporta la stampa internazionale, a "evidenziare" l'errore, il fatto che l'emittente nazionale Nhk, trasmettendo la diretta dell'evento, abbia fatto scorrere nei sottotitoli il discorso completo. Il premier si è poi scusato pubblicamente per l'inconveniente.
Questa 76esima celebrazione dell'attacco atomico del 6 agosto 1945 su Hiroshima è stata macchiata però anche da un altro fatto negativo: ai Giochi Olimpici, che in questi giorni si stanno svolgendo proprio in Giappone, è stata negata l'autorizzazione a tenere un minuto di silenzio per ricordare le quasi 200mila vittime del bombardamento nucleare dell'aviazione statunitense su Hirshima e poi su Nagasaki, anniversario che invece ricorrerà il 9 agosto prossimo. La decisione degli organizzatori ha destato un'ondata di sdegno tra le associazioni delle vittime e dei sopravvissuti.
Ultimo dato degno di nota, il fatto che varie persone scampate al disastro atomico ma non agli effetti delle radiazioni sulla propria salute, abbiano ricevuto quest'anno per la prima volta dallo Stato aiuti economici per provvedere alle spese mediche, vincendo una battaglia legale durata anni.
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore nel gennaio scorso, ed è stato ratificato da più di 50 paesi ad eccezione delle principali potenze economiche e militari tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia. Anche l'Italia ha detto no al trattato.