Fenomeni religiosi devianti: uscirne è complesso e lascia strascichi. Nel Nordest le sette sataniche sono più diffuse che altrove

«Occorre accompagnare le persone senza giudizio, osservare se ci sono fragilità psicologiche»

Fenomeni religiosi devianti: uscirne è complesso e lascia strascichi. Nel Nordest le sette sataniche sono più diffuse che altrove

«Uscire da una setta? Si fa tanta fatica e sono poche le persone che ci riescono davvero». A dirlo è padre Mario Mingardi, frate conventuale ed esorcista prima alla Basilica del Santo, oggi a San Pietro di Barbozza, in comune di Valdobbiadene, e alla Domus di Sarmeola di Rubano. A lui si rivolgono in continuazione tante persone afflitte da ogni tipo di angoscia e vessazione. In alcune di queste, c’è più di uno zampino da parte del maligno. «Mi è capitato di incontrare persone che erano state irretite da movimenti di ogni genere. Chi pensa a noi esorcisti lo fa in riferimento alle sette sataniche, ma la setta è un’etichetta che racchiude ogni gruppo in cui le persone sono obbligate a vivere in un certo modo, condizionate dal capo o dal maestro di turno. Nella loro mente il mondo esterno è cattivo, loro sono i buoni. Tentare di uscire è difficile e chi ce la fa ha comunque degli strascichi, perché avviene una sorta di destrutturazione della persona». Per padre Mingardi questo fenomeno non vede grandi differenze tra Nord e Sud Italia: «Con la globalizzazione che tocca tutti gli ambiti della vita, i “miscugli” sono maggiori con contaminazioni di tipologie varie di sette». Sette del “potenziale umano”, sette di ispirazione orientale, ma anche sette “pseudo-cristiane” che in teoria si rifanno al Vangelo, ma distorcendolo. Padre Mingardi racconta poi di come alcuni nuovi movimenti religiosi non temano l’azione dei gruppi, spesso in ambito cristiano, che tentano di arginarne l’espansione, citando l’episodio di quando una famosa “nuova religione” si propose di inviare a un gruppo anti-sette che stava allestendo una biblioteca dei testi dei nuovi movimenti i libri che mancavano loro. Molto più sottotraccia sono le sette sataniche vere e proprie, queste sì più diffuse nel Nordest: «Tra le persone che mi hanno chiesto aiuto ce n’è una che apparteneva a una grande chiesa satanica americana. Tra gli elementi che ci fanno presumere una diffusione maggiore nei nostri territori, secondo questa persona, è il fatto che alcuni personaggi come Marilyn Manson e altri ancora, nei loro tour, non vadano a Roma, Torino o Milano ma vengano qui nel Triveneto, proprio per la presenza dei gruppi satanici». Padre Mingardi spiega: «Chi partecipa a questi riti è molto guardingo. C’è chi va nei boschi, negli edifici abbandonati, ma i riti più efferati sono fatti nei palazzi per bene e nelle ville dei Colli euganei». Riti indicibili che contemplano anche l’abuso di minori. Non solo i movimenti esplicitamente satanici, anche altri movimenti religiosi “devianti” possono incorrere in “disturbi spirituali”: «Ci sono gruppi piccoli che praticano lo spiritismo, il channeling, alcune forme di yoga che attivano poteri che non andrebbero toccati». Ma non è solo questione di «fare patti con il diavolo». «Al nemico – osserva il religioso – interessa portare via anime. Ogni persona cerca la sua felicità e la sua strada, e in questa ricerca si possono trovare personaggi un po’ loschi, che si approfittano soprattutto di chi è in situazioni di delicatezza e di sofferenza». Allora, in concreto, come si aiuta una persona a uscirne? «Prima di tutto non bisogna prendere le persone in punta di petto, dire loro che non hanno capito niente, ma stare loro vicini. Non vale la pena creare battaglie, ma piuttosto fare domande e capire se ci sono elementi di fragilità psicologica. Spesso le persone avvicinate dalle sette hanno solo bisogno di una rassicurazione in una fase delicata della vita». «Se devo lanciare un appello ai miei confratelli sacerdoti – conclude padre Mingardi – sarebbe meglio se si recuperasse un po’ di sano catechismo. Anche agli adulti sarebbe utile ricordarsi che ci sono degli argini, che non siamo onnipotenti e non siamo eterni, e che se si va dalla cartomante si fa peccato mortale spiegandone però i motivi. Siamo limitati, ma amati perché creature pensate da Dio».

Una brochure per prevenire la manipolazione

È disponibile sul sito della Favis, Associazione Familiari delle vittime delle sette onlus, con sede a Rimini, www.favis.org, la pubblicazione Le mani sulla mente che ben descrive i meccanismi di condizionamento psicologico (ma anche fisiologico) attuato dalle sette. Nel volumetto viene raccontato come avviene l’abuso dei membri con tecniche di manipolazione mentale, attraverso la creazione di dipendenza emotiva e fisica e come nel frattempo vengano commessi reati patrimoniali. L’isolamento, l’indottrinamento e il bombardamento d’amore sono le principali strategie utilizzate. La consapevolezza delle tecniche manipolative dei nuovi movimenti religiosi è fondamentale per prevenirne i crimini.

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