Colombia: padre Giraldo (gesuita) al Sir, “la parola pace diventata molto sfuocata a cinque anni dagli accordi”
“Penso che in Colombia la parola pace sia diventata molto sfuocata a partire dalla firma degli accordi di cinque anni fa, proseguendo con quella che è stata chiamata attuazione, che sta proseguendo molto al ribasso, come tutti possono vedere.
Ad esempio, per quanto riguarda la questione della terra, dove sono i tre milioni di ettari che dovrebbero essere restituiti ai contadini in 12 anni? Il Fondo fondiario che dovrebbe distribuire la terra ai contadini è soggetto a una gestione clientelare in cui domina la corruzione”. Ad affermarlo, al Sir, nella Giornata internazionale dei diritti umani, è padre Javier Giraldo, che dal 1972 lavora per il Centro di ricerca ed educazione popolare (Cinep) dei gesuiti, ed è vicepresidente del Tribunale permanente dei popoli (Tpp) che nei mesi scorsi ha tenuto a Bogotá una sessione sul “Genocidio politico in Colombia”. Tra l’altro, padre Giraldo accompagna da anni la Comunità di pace di Apartadó e altre esperienze ecclesiali di resistenza non violenta.
Padre Giraldo esprime la sua opinione sull’accordo con le Farc, il cui quinquennale è stato celebrato due settimane fa: “Ci sono state tre firme dell’Accordo, all’Avana, a Cartagena e al teatro Colón di Bogotá. Tra la prima firma e la terza c’erano parecchie differenze. Molte delle cose che erano state concordate durante i negoziati sono state soppresse in questo processo, specialmente molte cose che riguardavano le vittime e la giustizia. Ho partecipato ad alcuni negoziati all’Avana, ma ancora prima, negli incontri preliminari a Oslo (Norvegia), lo stesso presidente Juan Manuel Santos e il principale negoziatore Humberto de la Calle avevano affermato molto chiaramente che il modello economico non poteva essere toccato, nemmeno il modello politico, né il modello militare. Ma credo che proprio in quegli ambiti si trovino le radici della violenza. In secondo luogo, dopo le firme è ciò che è già accaduto in altri processi di pace, in cui sono stati assassinati coloro che smobilitavano, che consegnavano le armi. Già 300 persone che avevano consegnato le armi sono state uccise. In terzo luogo, le forme di violenza vengono ‘riciclate’, ripetute. Ad esempio, in Colombia l’assassinio di leader sociali si è notevolmente intensificato dall’accordo di pace del novembre 2016”.
Inoltre, afferma il gesuita, “anche la repressione dei movimenti sociali e della protesta sociale si è intensificata, come si è visto negli ultimi mesi dello sciopero nazionale con brutalità e violenza così terrificanti, una repressione così brutale”.