Per i moderatori dei gruppi di discernimento l’esperienza del Sinodo si è rivelata generativa da tanti punti di vista
L’eco dell’esperienza è positivo ed è forte il desiderio di non perdere le relazioni create
I moderatori hanno completato il loro lavoro negli ultimi mesi dello scorso anno, e sono ancora felici di testimoniare quanto di buono abbia portato il cammino sinodale nella loro vita e nelle comunità. Comunità dove non si smette di pregare per accompagnare le nuove fasi di questo grande movimento di cristiani nella Chiesa di Padova. «In questo tempo di Quaresima, nella nostra parrocchia, stiamo cercando di valorizzare le belle relazioni nate negli scorsi mesi, attraverso alcuni incontri a partire dal Vangelo della domenica – racconta Veronica Zonta, moderatrice della parrocchia di Fellette, vicariato di Crespano del Grappa – Una domenica al mese, inoltre, leggiamo la preghiera del Sinodo, unendoci spiritualmente a quanti sono impegnati in questa fase del cammino. Il gruppo che ho guidato da ottobre a dicembre si è occupato della “Comunicazione della fede”; era composto da una decina di persone, in gran parte impegnate come catechisti o accompagnatori dei genitori. È stato bello confrontarsi e aiutarsi reciprocamente, c’è stata grande sintonia». «Anche per noi è stato semplice, naturale, lavorare nel gruppo di discernimento che moderavo, relativo al tema delle famiglie – spiega Daniele Frison, parrocchia di Laghi, Cittadella – Eravamo per lo più genitori che si conoscevano, è stato piacevole riscoprire uno stile di comunità. Abbiamo capito quanto sia importante attivare tra di noi reti di solidarietà, senza aspettare che lo faccia qualcun altro; vorremmo cercare di mettere in atto alcune idee emerse. Come genitori ci siamo detti che non possiamo perdere ciò che abbiamo costruito insieme, dobbiamo riprendere il cammino e stiamo pensando a una pastorale familiare in parrocchia, tema molto caro anche al nostro parroco». Si è invece addentrato nell’ambito della spiritualità, Giovanni Maria Polato, parrocchia di San Bellino (unità pastorale all’Arcella). «Il nostro gruppo era composto da persone che operano nel Movimento cristiano lavoratori – racconta il primo – Confesso che il percorso non è stato sempre facile, è emerso per esempio quanto sia impegnativo vivere la fede. Questa esperienza ci è servita per guardare all’interno del nostro movimento e cogliere come a volte si creino delle separazioni tra chi svolge servizi concreti per la collettività e chi invece opera maggiormente come movimento ecclesiale, di testimonianza evangelica; gli incontri ci hanno aiutato a ricordare che l’aspetto più importante del nostro movimento è l’ecclesialità, la vicinanza cristiana alle persone. In generale è stata una bella opportunità per dialogare tra noi, vorremmo continuare a incontrarci perché dobbiamo sempre camminare in modo sinodale». Franca Sarto ha moderato, sul tema della spiritualità, un gruppo composto da guide Agevo (Associazione guide esercizi spirituali nella vita ordinaria): laici che accompagnano spiritualmente altri laici, mediante gli esercizi suggeriti da sant’Ignazio. «L’esperienza è stata davvero gioiosa, positiva e si è svolta in un clima umile e fraterno – afferma – il metodo per noi non è stato un problema, perché lo mettiamo già in atto con gli esercizi ignaziani. Abbiamo trovato fondamentale iniziare ogni incontro con la preghiera, per far entrare lo Spirito Santo tra noi. Le riflessioni sono andate davvero oltre le aspettative, siamo fiduciosi che le nostre conclusioni rappresentino un contributo che aiuti ad arricchire e stimolare tutte le riflessioni profetiche emerse in questo Sinodo». Ha affrontato infine il tema relativo ai presbiteri il gruppo guidato da Silvia Destro, parrocchia di Conselve. «Mi sono trovata molto bene con il metodo proposto, ho sentito di essere accompagnata e che nulla era improvvisato, stavamo lavorando a un progetto serio, pensato. La parte più difficoltosa si è presentata quando abbiamo dovuto rendere concrete quelle che erano le riflessioni fatte tra noi, e far sì che quanto emergeva rappresentasse il pensiero di tutti. Abbiamo riscontrato grande affetto nei confronti dei presbiteri e la volontà di trovare strade possibili e proposte concrete per aiutarli e supportarli nel loro importante ministero».