Lavoro e valori. Umiltà, impegno, disponibilità e curiosità
La nostra Costituzione si fonda sul lavoro (art 1 e 4) e su una retribuzione che permetta una vita libera e dignitosa (art 36).
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E in effetti il lavoro è uno strumento di abilitazione sociale; trova un pari come potenziale sinergico solo con l’istruzione. Un lavoro equo nei contenuti e nella paga è garanzia di dignità; consente di aspirare al progetto di una vita a misura dei propri desideri; offre possibilità di crescita economica, professionale, umana, culturale, di relazioni. Il lavoro è garanzia di sviluppo e di pace sociale che si può raggiungere e mantenere solo con un livello di benessere equamente diffuso. Unica raccomandazione: il lavoro è per l’uomo e non il contrario. I cristiani sono portatori di valori a tempo pieno, che testimoniano nei vari ruoli che ognuno riveste. E anche nell’ambiente di lavoro, non importa il ruolo ricoperto, c’è sempre spazio per poter esprimere i propri convincimenti; tanto più che il mondo del lavoro ha bisogno di chi è capace di scostarsi dalla conformità e assumersi responsabilità di pensiero. Onestà, impegno, partecipazione, condivisione sono moneta corrente e preziosa, sulla distanza pagano sempre. Il meccanismo è lo stesso di quanto avviene in famiglia: i figli assorbono i comportamenti dei genitori senza che questi se ne accorgano e se positivi, ripetuti, coerenti finiscono per essere emulati; lo stesso in azienda purché nessuno si illuda di essere eterno o indispensabile. I modelli organizzativi primari (famiglia) e secondari (scuola e mondo del lavoro) cambiano rapidamente e dunque le esperienze fatte non possono essere riciclate. I valori invece restano, ma vanno coltivati altrimenti vengono travolti da pratiche e consuetudini che richiedono meno coinvolgimento e sembrano pagare meglio a breve. Umiltà, impegno, disponibilità, curiosità: una ricetta che sfida il tempo.
Massimo D’Onofrio
presidente Ucid Padova