Gallio. Domenico Tura, nuovo candidato al diaconato permanente. Famiglia e comunità vicine

Da lunedì scorso fra i candidati al diaconato permanente c’è anche Domenico Tura, originario di Gallio, 53 anni, sposato dal 1997 con Claudia, due figlie di 25 e 22 anni, Giorgia e Silvia. Il rito di ammissione, presieduto dal vescovo Claudio, si è tenuto nella chiesa parrocchiale di Gallio durante la liturgia eucaristica delle 18. 

Gallio. Domenico Tura, nuovo candidato al diaconato permanente. Famiglia e comunità vicine

«Una grande emozione – racconta Domenico Tura – e una grande gioia di aver vissuto questo momento non solo con la mia famiglia, ma con tutta la mia comunità. In questa chiesa ho ricevuto cinque sacramenti... È stato un bel momento di condivisione e attestazione di stima e di fede delle persone». L’ammissione tra i candidati al diaconato permanente avviene attraverso un apposito rito liturgico nel quale l’aspirante manifesta pubblicamente la sua volontà di offrirsi a Dio e alla sua Chiesa per esercitare l’Ordine sacro; la Chiesa, da parte sua, ricevendo questa offerta, lo sceglie e lo chiama perché si prepari a ricevere il diaconato. A questo rito seguirà poi l’ordinazione. «Come famiglia – racconta – eravamo un po’ distanti dalla fede. Nel 2008 un avvenimento particolare mi ha provocato un cambiamento e ha dato inizio a una conversione, intesa come un cambio autentico verso il Signore. Nel 2011 si è manifestata la mia vocazione al diaconato, che è maturata pian piano anche con l’ascolto della Parola».

Prima di cominciare il cammino per il diaconato, Domenico Tura ha dovuto attendere qualche anno: insieme alla famiglia gestiva il bar del patronato di Gallio, ma per prepararsi aveva bisogno di tempo. «Ho sempre avuto fiducia nel Signore: quando è giunto il momento le cose si sono sistemate, ho ottenuto un part-time e ho iniziato il cammino: il Signore non mi ha mai abbandonato e ho trovato l’appoggio di mia moglie e delle mie figlie». Quello di lunedì scorso è un primo passo: «Al diacono è richiesta vita sobria, rispetto della morale, adesione agli insegnamenti evangelici, ma l’impegno vero però è nei confronti della comunità. Lo spirito che mi anima è quello di Gesù che lava i piedi ai discepoli, essere servo».

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