Desiderio desideravi. La liturgia vissuta con stupore
Nell’ultima lettera apostolica, papa Francesco invita il popolo di Dio a riconoscere e a esercitare la bellezza del rito per celebrare la Pasqua di Cristo
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Con la nuova lettera apostolica, in cui insiste sulla necessità di favorire una più matura formazione liturgica, papa Francesco porta i fedeli a riflettere e a guardare da una prospettiva diversa l’idea di bellezza insita nel rito cristiano. Riprendendo le affermazioni dei padri del Concilio Vaticano II, egli spiega cosa si intenda: si tratta di evitare di cadere, da una parte, nell’estetismo rituale, che rimarrebbe esteriorità fine a se stessa, e, dall’altra, nella sciatteria rituale, che, pensando di semplificare per rendere il rito più accessibile, di fatto lo snatura e ne impoverisce la forza. Bellezza è riconoscersi partecipi della Pasqua di Cristo, fonte della salvezza, luogo in cui Dio dice, nelle parole e nei fatti, il suo desiderio definitivo e insuperabile di comunione con l’uomo. Bellezza è riconoscere che la Pasqua di Cristo mi raggiunge e si fa presente nei segni della liturgia. Ciò apre allo stupore, che è ben diverso dal senso di un oscuro mistero, e quindi all’adorazione; esso è la meraviglia per il fatto che il piano salvifico di Dio raggiunga l’uomo nella celebrazione dei sacramenti. Tutto ciò aiuta a non cadere nelle due eresie dei tempi moderni, più volte richiamate, in questi anni, dal pontefice: lo gnosticismo (che conduce al soggettivismo e all’autoreferenzialità) e il neo-pelagianesimo (cioè la presunzione di una salvezza guadagnata con le nostre forze).
don Mattia Biasiolo
Parroco di Cervarese S. Croce