Adorazione eucaristica. Con la vita celebriamo l’Eucaristia

La messa è una forma, forse la più autentica ed elevata, di celebrazione del Mistero. Ma non dobbiamo ridurre l’Eucaristia alla messa. Siamo tutti chiamati a viverla ogni giorno, cibandoci di Dio

Adorazione eucaristica. Con la vita celebriamo l’Eucaristia

Nei miei ormai lunghi anni di sacerdozio, ne ho già compiuti cinquanta, ho incontrato molte persone – laici, chierici e religiosi – che hanno saputo vivere l’eucarestia come mistero e partecipazione alla passione-morte-risurrezione di Cristo. Fatto che ha dato sostanza e testimonianza al loro essere cristiani. Uno in particolare merita un ricordo. Si tratta di un religioso, vescovo in terra di missione, nella regione di Aysén – una delle due della Patagonia cilena – vicino alla Terra del fuoco: si chiamava padre Aldo Lazzarin Stella (1926-2010) ed è stato uno dei miei maestri. L’Eucarestia era il tema preferito per le sue catechesi ai presbiteri e ai fedeli. Invitato in varie Diocesi cilene, trattò sempre questo tema. La sua ultima lettera pastorale ebbe come titolo Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, ed era il frutto della sua fede e del suo vivere profondamente il mistero eucaristico. Mistero che viene celebrato nelle liturgie, nella vita dei cristiani e della Chiesa. Si tratta del mistero della passione-morte-risurrezione di Cristo, vissuto, condiviso e partecipato dai cristiani e dalla Chiesa tutta. Alle volte si ha l’impressione, però, che l’Eucarestia sia ridotta a celebrazione rituale, a fatto personale, privato, a intimismo religioso. Sembra che si sia perso il significato di fonte e di punto di arrivo di ogni vita spirituale, del singolo e della Chiesa, come suggeriva il Concilio Vaticano II. Sembra che il termine più usato sia quello di “andare a messa”, o “partecipare alla messa”. Termini molto riduttivi del mistero che si vorrebbe vivere. Un mistero che si nutre di Parola di Dio, di fame e cibo di Dio, di contemplazione di Dio. La nostra vita spirituale non sta in piedi senza questo mistero, senza Eucarestia. Anche chi è impossibilitato a partecipare a un’Eucarestia, la sostituisce della Parola e con altre forme di preghiera. Theilhard De Chardin (1881-1955), gesuita teologo e scienziato, scrisse La Messa sul Mondo. Ne traggo poche righe: «Poiché ancora una volta, o Signore, non più nelle foreste dell’Aisne ma nelle steppe dell’Asia, sono senza pane, senza vino, senza altare, mi eleverò al di sopra dei simboli sino alla pura maestà del Reale; e Ti offrirò io, Tuo sacerdote, sull’altare della Terra totale, il lavoro e la pena del Mondo». E ancora: «Il mio calice e la mia patena sono le profondità di un’anima ampiamente aperta alle forze che, tra un istante, da tutte le parti della Terra, si eleveranno e convergeranno nello Spirito. Vengano pertanto a me il ricordo e la mistica presenza di coloro che la luce ridesta per una nuova giornata». Una celebrazione al di fuori di ogni liturgia ufficiale, che dice però una grande verità: tutta la terra, nella sua passione-morte-risurrezione, sta celebrando con Cristo un’unica eterna Eucarestia. Tutte le celebrazioni di messe non sono in realtà che un’unica celebrazione e un’unica messa, la celebrazione del mistero della passione-morte-risurrezione di Cristo che si perpetua continuamente in ogni luogo e persona. Questo per dire che non dobbiamo ridurre l’Eucarestia alla messa. La messa è una forma di celebrazione del Mistero, forse anche la più autentica ed elevata, ma tutti siamo chiamati a celebrare l’Eucarestia con la nostra vita. La nostra vita, la nostra passione e morte, la nostra testimonianza cristiana è una messa! Per celebrarla dobbiamo vivere di Parola di Dio, di corpo e sangue di Cristo, di contemplazione silenziosa del mistero. Vivere di Dio, cibarci di Dio, aver fame di Dio. Vivere di Parola di Dio, e cioè cogliere il senso profondo e sempre nuovo della Parola di Dio. Cibarci del corpo e del sangue di Cristo, e cioè fare propria, assimilare la natura, lo spirito, l’anima del Cristo. Desiderare e vivere della sua vita. E cogliere la presenza misteriosa della sua presenza, nel silenzio contemplativo. Il silenzio è indispensabile per l’ascolto. Non si può ascoltare se non si è in silenzio. Ma non tutte le forme di silenzio sono contemplative. Ad esempio c’è un silenzio del vuoto e del nulla, il silenzio della morte, il silenzio dell’orgoglioso e dell’arido, il silenzio di chi non si degna di dire, di parlare e comunicare. Mentre il silenzio che partecipa del mistero nasce dalla scoperta di Dio, è il silenzio del rapimento e dell’estasi. È il silenzio dell’anziano che il curato d’Ars, san Giovanni Maria Vianney (1786-1859), vedeva tutte le mattine nella sua chiesa in silenzio appunto davanti al tabernacolo. Incuriosito il curato d’Ars chiese un giorno all’anziano signore, analfabeta e senza istruzione alcuna, che preghiere stesse facendo. L’anziano rispose: nessuna preghiera, lo guardo e lui mi guarda! E non sapeva di aver raggiunto il più alto livello della contemplazione del mistero di Dio! Potessero le nostre chiese essere frequentate da persone che vivono così il mistero della presenza di Dio invece di farne luoghi di chiacchiere, di esibizionismi, di sfoggio di vestiti firmati. Che difficile mantenere un clima di preghiera nelle nostre chiese! E non ci si rende conto che i luoghi sono sacri non solo per la presenza eucaristica, visibile attraverso la lampada accesa che ne indica la presenza, ma anche perché raccolgono le preghiere di quanti passano a invocare il Signore o a chiedere l’intercessione dei santi. Il loro spirito e le loro preghiere, espressione della celebrazione delle loro Eucarestie, restano tutte lì davanti al Signore, non vanno disperse! E se ne sente la presenza, il peso, la portata appena si entra in questi luoghi. Che guaio e che pena allora vedere alcuni di questi edifici sacri trasformati in luoghi turistici.

padre Cristiano Cavedon
priore della Comunità dei Servi di Maria in Padova

Chiesa del Corpus Domini: adorazione 24 ore su 24

Nella chiesa del Corpus Domini a Padova, in via Santa Lucia 42, si tiene l’adorazione eucaristica 24 ore su 24. Info e adesioni: 393-2525853, adorazioneperpetuapd.it e pd.adorazioneperpetua@gmail.com

Rete mondiale di preghiera del papa: dicembre

Intenzione universale del papa
Preghiamo perché gli educatori siano testimoni credibili, insegnando la fraternità anziché la competizione e aiutando in particolare i giovani più vulnerabili.

Intenzione dei vescovi
Preghiamo per la sicurezza nei luoghi di lavoro: affinché non sia considerata come un costo ulteriore da sostenere, ma come custodia della vita umana, valore inestimabile agli occhi di Dio.

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