7 ottobre. Santa Giustina, ieri come oggi, parla alla città di Padova

«Santa Giustina, ieri come oggi, parla alla città: prima era Patavium, ai tempi del suo martirio, nel 304 dopo Cristo, e ora Padova. E non si esaurisce la sua attenzione celeste per gli uomini e le donne che vivono in questo territorio. Con la sua presenza ripropone di continuo la stessa domanda: cosa significa essere cristiani in un certo tempo e spazio?».

7 ottobre. Santa Giustina, ieri come oggi, parla alla città di Padova

È padre Giulio Pagnoni a parlare, abate del monastero benedettino di Santa Giustina in Padova, che custodisce il corpo e la memoria della protomartire. Nella basilica a lei dedicata, sabato 7 ottobre – solennità di santa Giustina – il vescovo Claudio Cipolla presiede l’eucaristia alle 18.30.

La celebrazione è una tappa del percorso “A parlar con Giustina”, voluto proprio dal vescovo Claudio. Nell’omelia, in occasione della solennità del 2019, diceva: «Auspico che attorno a questa festa e a questa santa parta un nuovo cammino, che dal battesimo porti al discernimento del carisma femminile nella vita della Chiesa. Giustina è per noi di Padova tra i fondatori della Chiesa diocesana, una donna sulla cui storia, sul cui martirio... abbiamo costruito la nostra esperienza padovana». 

Il percorso, nato da un “pensatoio” femminile coordinato da Marzia Filipetto, si è concretizzato finora con alcune visite serali alla “casa” di Giustina, in Prato della Valle, guidate dall’abate Pagnoni; qui sono custodite anche le spoglie di san Prosdocimo, primo vescovo di Padova, e patrono principale della Diocesi. Numerose le persone – tra cui i soci del Mas-Movimento apostolico sordi di Padova – che tra settembre e ottobre hanno avuto modo di conoscere prima di tutto la figura di Giustina, martirizzata a 16 anni, e poi la sua “presenza viva” nella basilica a lei dedicata e nella città. «È stato quasi un pellegrinaggio alla sua tomba, ma soprattutto alla sua testimonianza».

«Chi pensa a Padova, va con la mente a sant’Antonio – sottolinea l’abate Pagnoni – ma Giustina ne è complementare. Entrambi ci parlano di una santità vissuta e riconosciuta dai cristiani. Guardando a Giustina siamo di fronte non a un episodio di canonizzazione moderno, ma a una acclamazione popolare che la riconosce affine alla santità di Dio».

A Padova, il monastero benedettino di Prato della Valle custodisce la memoria – oltre che il corpo – della santa. «Vuol dire “custodire” la liturgia di santa Giustina, la documentazione, le opere d’arte che nel corso del tempo hanno espresso sensibilità variegate. Dalla pala del Veronese, con il martirio della santa sullo sfondo della città, il portale del maestro Novello Finotti, realizzato per il Giubileo del 2000». 

La messa di sabato 7 ottobre – a cui sono state invitate anche le parrocchie della Diocesi dedicate e santa Giustina – è animata da un coro di una novantina di voci femminili, guidato da Miledi Mozzo, che è previsto canti “in mezzo” all’assemblea, così da dare vita a un’unica voce.

 «Alle tutte le donne, ma non solo, santa Giustina consegna la chiamata a donarsi, a prendere in mano la propria vita, a volere il bene per sè e per gli altri» conclude padre Giulio Pagnoni.

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