60 anni del Gregorianum. La celebrazione sabato 6 maggio
Il collegio universitario celebra, il 6 maggio, «la storia di una comunità – è questo il nostro valore aggiunto – dove i giovani, maschi e femmine, si autoeducano»
Sono trascorsi sessant’anni da quando il collegio universitario Gregorianum, che ha sede in via Proust 10 a Padova, ha iniziato ad accogliere studenti. Facendo propri gli insegnamenti di san Gregorio Barbarigo, il collegio è da sempre spazio che promuove quella living education (ne è il motto), in cui il sapere accademico è arricchito da competenze trasversali. Cosa significano questi sessant’anni? «Sono un numero con una storia importante – dice Massimo Malaguti, ex allievo e presidente del collegio – quella di studenti di diverse generazioni che hanno sperimentato un modo di studiare e vivere una comunità contraddistinta da disponibilità e senso di condivisione. È la storia di persone che hanno imparato ad affrontare diverse esperienze insieme». Il traguardo viene festeggiato il 6 maggio dalle 9.30 fino al tardo pomeriggio: a parteciparvi saranno soprattutto gli ex allievi (ne sono previsti più di 300) e il perno della giornata è una tavola rotonda che richiama nel titolo un volume edito dall’Università di Padova per gli 800 anni: “Libertas. Tra religione, politica e saperi”. «Questo anniversario – spiega Alberto Scarpis, ex allievo e direttore del collegio – rappresenta la chiusura di un ciclo di rinnovamento e ristrutturazione sia fisica sia della proposta educativa avviata una decina di anni fa. Festeggiati i cinquant’anni di fondazione ci siamo chiesti come proseguire. Era un momento di passaggio importante, anche da un punto di vista gestionale: il timone passava da chi aveva fondato il collegio alle nuove leve, ex allievi che hanno respirato il clima dei fondatori. Questo ha permesso di mantenere ben saldo lo spirito e la filosofia che è alla base della vita del collegio». Ottanta i posti a disposizione degli studenti, da tre anni ci sono anche una ventina di ragazze e da diverso tempo molti studenti internazionali. Per accedervi viene fatto un colloquio che valuta le motivazioni e la consapevolezza che spingono i ragazzi a scegliere la vita comunitaria.
«Questo è il valore aggiunto della struttura – continua il direttore – la ricetta giusta sta proprio nel lasciare libertà alle dinamiche di relazione. Qui i ragazzi entrano studenti ed escono uomini e donne. Imparano a conoscersi, anche in relazione agli altri. È una comunità in cui si autoeducano». La ristrutturazione si era resa necessaria per un adeguamento normativo e una riqualificazione funzionale ed è stata suddivisa in tre fasi, realizzate durante il periodo estivo a partire dal 2017. «L’augurio – conclude il presidente – è che il Gregorianum continui a essere luogo di libertà dove gli studenti possano condividere esperienze, pensieri, aiutarsi l’un l’altro, fare assieme, superare fragilità, essere presenti e attivi. Sono valori trasversali, legati alla natura dell’uomo che contraddistinguono la comunità del Gregorianum e che possono lasciare una traccia importante nella società».
Il programma
Alle 9.30, nella cappella del collegio, mons. Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre e già assistente spirituale del Gregorianum – presiede la messa. In aula magna, dopo i saluti istituzionali e l’introduzione del presidente del collegio, si tiene una tavola rotonda con alcuni rettori universitari (Gilberto Muraro, Vincenzo Milanesi, Giuseppe Zaccaria, Rosario Rizzuto) introdotta da don Andrea Toniolo. Prima del pranzo, il vescovo Claudio Cipolla inaugura i lavori di riqualificazione.